DA MILLADOIRO A SANTIAGO TRAFFICO IN TILT: 40 MINUTI DI CODA OGNI MATTINA
Maxi ingorgo all’ingresso della città. Macchine ferme, coda, e quasi un'ora per andare dall’uscita di Milladoiro a Santiago di Compostela. Si trovano in questa situazione molti cittadini che come me abitano a Milladoiro e lavorano a Santiago e che ogni mattina devono passare per questa zona, o almeno tentano di farlo.
Il nervosismo tra gli automobilisti che cresce di minuto in minuto con urla dai finestrini e macchine che cercano di svicolare salendo anche sui marciapiedi: è la cosa che più di frequente vedo ogni giorno quando vado a lavorare. Dovuto all’affluenza di lavoratori che vivono fuori Santiago e alle cattive infrastrutture delle vie non c’è possibilità di scelta, se non vuoi trovare il “maxi ingorgo” devi uscire un’ora prima.
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Trovarsi in un ingorgo ogni mattina non è la migliore maniera di cominciare la giornata, soprattutto se si vuole essere concentrati sul lavoro. Il traffico congestiona anche il nostro cervello. Più si allunga la fila e più sono a rischio i nostri neuroni. Più restiamo intrappolati e più vacilla non solo la nostra intelligenza, ma anche la nostra stabilità emozionale. Non è soltanto una questione di stress. Chilometri di ricerche dimostrano quello che tutti noi proviamo quando ci ritroviamo imbottigliati: il calo d’umore, lo scatto di rabbia inversamente proporzionale a quello dell’acceleratore, i freni inibitori che si allentano in maniera direttamente proporzionale al colpo di piede sui pedali.
L’Amministrazione sa di questo problema e invece di fare qualcosa per migliorare questa situazione chiude gli occhi e lascia perdere, giustificandosi dicendo che fare dei lavori sarebbe peggio perché i cantieri creerebbero ancora più disagi.
Cittadinostancodellecode
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STANCA DELLE CRITICHE
Faccio l’impiegata statale. Non lavoro in una ditta privata alla quale sia difficile accedere; si deve soltanto studiare molto ed essere promossi a un concorso pubblico.
Lavoro per l’Amministrazione perché ho trascorso molti anni dedicandomi allo studio, ho perso una parte della mia gioventù chiusa tra quattro pareti e molti libri, mentre i miei amici e conoscenti uscivano e si divertivano. Molte volte mi sono sentita veramente sola e moltissime volte mi sono anche disperata, ma alla fine sono stata promossa e adesso ho un lavoro che mi piace assai e che apprezzo e rispetto molto perché mi è costato un sacco averlo.
Se i cittadini sono arrabbiati perché il paese non va bene, noi, gli impiegati statali non ne abbiamo colpa. Noi facciamo il nostro lavoro e seguiamo le istruzioni dei nostri capi.
Sono stanca di sopportare questa situazione di attacco costante contro di noi e tutte le battute sugli impiegati statali: l’ora del caffè, quelli che fanno la spesa in orario di lavoro, quelli che di solito si ammalano i venerdì o i lunedì... Suppongo che ci siano impiegati che fanno questo, ma ci sono anche persone così nelle ditte private. Io non mi sono mai lamentata dei tagli al nostro stipendo perché, purtroppo, è evidente che la situazione economica del paese è molto peggiore di quella che ci raccontano i politici e a un certo punto io mi sento una privilegiata. Ma quello che non sopporto è la continua critica al mio collettivo. E adesso, dato che siamo in vena di critiche, ho anch’io delle cose da dire:
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- sono stanca di vedere quanta gente riceve sussidi senza fare niente, sdraiati sulla poltrona di casa, di vedere tanta gente che legalmente "è disoccupata" e riceve un sussidio e allo stesso tempo ha uno stipendio perché lavora "in nero", senza pagare i contributi alla previdenza sociale;
- sono stanca di vedere che un’ampia maggioranza della gente che riceve borse di studio e sovvenzioni ha moltisimi più soldi di noi e guadagna assai più, il problema è che la nostra busta paga è molto più chiara della loro e noi non possiamo nascondere nemmeno un euro;
- sono stanca delle dichiarazioni di reddito nelle quali non si dichiara quello che veramente si guadagna. I professionisti e gli imprenditori di solito non dichiarano il loro reddito reale, neanche i moltisimi lavoratori per conto di altri che guadagnano una parte del loro stipendio in nero.
Per finire, chiederei a quelli che ci criticano che ci ringrazino per pagare fino all’ultimo centesimo di euro i contributi al Fisco e alla previdenza sociale, perché tutti questi “criticoni” ricevono servizi che noi aiutamo a sostenere con parte dei nostri stipendi.
Impiegata Statale stanca delle critiche
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IL MONDO DELL'INGANNO E DELLA BUGIA
Sì, va bene, lo sappiamo tutti, la bugia e l’inganno sono dappertutto, chi non ha detto una bugia qualche volta? Pare che voglia fare lo gnorri a venir qui con queste lamentele, però io non parlo di questo, parlo dell’inganno generale, della sensazione di non potersi fidare di niente e di nessuno.
I politici sono i primi a creare quest'ambiente di diffidenza, sono tutti dei bugiardi e dei bastardi, ci ingannano costantemente per mantenersi al potere, soltanto per la sete di potere. Le ditte ci ingannano per farci pensare che abbiamo bisogno di quello che in realtà non ci serve. E i mezzi di comunicazione, che dire dei mezzi, quelli sono lo strumento, la voce degli altri. E quando rifletto su questo, penso che sia paradossale nell’epoca della tecnologia, di internet, della comunicazione, dei social network, della facilità per accedere all’informazione, che non sappiamo la verità su quello che capita nel mondo o attorno a noi. Prima era per mancanza di mezzi e adesso è per eccesso; si servono dei mezzi per saturarci di informazioni contraddittorie, oppure per offrirci soltanto quello che interessa. Ma io non volevo parlare della filosofia dell’inganno, neanche dei problemi della società della comunicazione, voglio soltanto lamentarmi della pubblicità ingannosa, dei prodotti che consumiamo come buoni e dopo scopriamo che fanno male alla salute, e inoltre quelli che ci vendono come benefici per qualsiasi problema e non fanno niente.
Le ditte fanno quello che vogliono per guadagnare soldi senza preoccuparsi di niente e di nessuno e noi siamo indifesi perché lo Stato non c’è mai, soltanto per richiedere le tasse, e tante volte i politici sono complici delle aziende. Gli uni e gli altri conoscono benissimo le tecniche psicologiche per manipolare la gente.
A volte mi arrabbio tantissimo quando leggo sul giornale o sento alla televisione che hanno vietato dei prodotti chimici che finora stavano usando l’industria e i contadini negli alimenti che mangiamo, adesso dicono che sono tossici, dopo anni che li abbiamo consumati.
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L’ultima notizia che mi ha fatto arrabbiare è quella che parla dei prodotti che non fanno niente di quello che dice la pubblicità. L'UE ha proibito alle ditte di annunciare prodotti come per esempio la soia, i fermenti lattici, il bifidus attivo, l’Actimel, il Benecol, il Danacol e tantissimi altri come benefici per guarire alcune malattie.
Due anni fa il medico mi ha detto che avevo il colesterolo, e da due anni ho preso tutti i giorni il Benecol per ridurre il colesterolo e anche la lecitina di soia, e adesso mi dicono che non fa niente per questo, avrei potuto morire d’infarto per essermi fidato di queste pubblicità!
Ma non prendevo soltanto il Benecol ogni giorno, anche l’Actimel per riforzare le mie difese immunitarie, e adesso si sa che non fa niente, anzi fa male perché atrofizza la capacità dell'organismo di produrre questa sostanza.
E non parlerò di altri prodotti che mangiamo e usiamo tutti i giorni, che sono dappertutto e hanno componenti o sostanze sospettose d’essere tossiche e dannose per la salute, come la plastica, i prodotti di pulizia e igiene personale, i cosmetici, le sostanze chimiche che hanno gli alimenti, eccetera. E i nostri governi non fanno niente, per fortuna che a volte l’UE fa qualcosa, sebbene sia solo perché in altri paesi più sviluppati la società si preoccupa di queste cose e chiede misure ai suoi governanti. Mentre noi, come sempre, dovremmo aspettare queste misure solo se imposte dall’UE.
Queste sono le conseguenze di vivere in un paese dove i valori della civiltà non si coltivano.
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