MEZZO SECOLO DI LETRAS GALEGAS
Quest’anno si festiggiano i 50 anni della creazione di questa festa, che venne istituita la prima volta nel 1962 e promossa dalla Real Academia Galega (R.A.G.).
Dia das Letras Galegas è un giorno d’esaltazione della lingua galiziana, le celebrazioni ebbero inizio il 17 maggio 1963 in coincidenza con il centenario della prima edizione dei Cantares Gallegos di Rosalia de Castro. Questo libro di poesie può essere considerato il primo capolavoro della letteratura galiziana contemporanea. Da allora, il 17 maggio viene dedicato ogni anno a una figura significativa della letteratura galiziana, a condizione che nell’anno della sua commemorazione siano passati almeno dieci anni dalla sua scomparsa. Ufficialmente si tratta di un giorno festivo in tutta la Galizia. Per questo nelle scuole la settimana prima si fanno opere di teatro, concerti, concorsi di poesia, si leggono opere dell’autore premiato, si fanno gare ecc.
Secondo la Real Academia Galega è la maggiore festa culturale d’Europa.
La giornata di quest’anno è dedicata a VALETÍN PAZ ANDRADE (Pontevedra 1898-Vigo 1982). Fu avvocato, giornalista, politico, imprenditore e poeta. Come imprenditore fece conoscere la Galizia attraverso rapporti commerciali internazionali, ed è difficile trovare un’attività dominante nella sua carriera. Era un uomo moderno per l’epoca, le sue decisioni anticipavano sempre i tempi, il suo scopo era migliorare la situazione della Galizia.
Questa festa serve per dare dignità alla letteratura e alla lingua galiziana e permette di vedere la nostra letteratura e la nostra storia con occhi nuovi...
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| UNO TSUNAMI EUROPEO
Dopo il vertice europeo alla Valetta, uno tsunami è arrivato su tutte le rive del Mare Nostrum e al di là.
La Grecia non ha soldi per pagare neanche l’elettricità dei ministeri e degli uffici pubblici. La Spagna continua a vivere como se fosse sempre in vacanza. Le sue regioni continuano a spendere soldi in aeroporti senza aerei, sculture e palazzi faraonici, hanno televisioni pubbliche per fare pubblicità ai politici; la sua capitale, con un deficit di più di 7 miliardi di euro, adesso è candidata a organizzare i Giochi Olimpici del 2020. In Portogallo, i tramway di Lisbona non funzionano più. E il fado suona più triste.
Da oggi tutti i monumenti italiani saranno chiusi. Non ci sono soldi per pagare né gli impiegati, né la luce, l’acqua, il servizio di sicurezza, ecc. L’Irlanda, la tigre celtica, adesso non è neanche un gatto e non miagola più. Il Belgio, con il suo problema cronico di mancanza di governo, sopravvive solo perché è la “capitale europea” e della Nato. I Paesi Bassi, sempre sotto il mare, hanno un’economia che si muove meno veloce di una bicicletta.
Gli inglesi, così tranquilli, vivono sempre dietro all’Europa, al suo ritmo, e guidando a sinistra, al contrario di tutti.
Gli scandinavi, fuori dall’euro, abitano come sempre la metà dell’anno al buio e l’altra metà con troppa luce, quindi, hanno uno strano sentimento di dualità. I paesi dell’Est e baltici guardano Bruxelles e i soldi europei per il loro sviluppo. Non vogliono sentir parlare di crisi e che non ci saranno più soldi. Nel Lussemburgo, con i suoi privilegi dei “segretti bancari” (ricordate il caso di Urdangarin in Spagna) e i soldi che riceve per essere capitale europea, non ci sono problemi.
E i motori europei? Dalla Merkozy siamo passati alla Merkolande. La Francia sta faticando e la Germania dice: “Basta! Non ne posso più dell’Europa. Vi lascio e cammino da sola!”
Non abbiate paura, questo è un pesce d’aprile, un po’ in ritardo, oppure no...
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