TRASCRIZIONE
Questa bella descrizione sulle citazioni mondane, sulle citazioni presenzialiste che sono una delle caratteristiche della Biennale sono tratte dal libro di Sara Thornton che è una canadese di nascita, ma inglese di adozione, una studiosa, giornalista e esperta nel mercato dell’arte, argomento sul quale scrive su alcune delle più prestigiose testate internazionali. Con Feltrinelli ha appena pubblicato Il Giro del Mondo dell’Arte in sette giorni, 224 pagine, 13 euro e 50, tradotto da Roberta Scafi. In sette giorni o in sette quadri, la Thornton ci vivere dal di dentro il mondo dell’arte contemporanea, un mondo complesso nel quale si ramificano interessi economici molto corposi che la scrittrice scolpisce visitando, appunto, sette ambienti: il mondo delle aste, quello accademico, le fiere, i premi, l’ambiente editoriale, gli studi artistici e, infine, proprio la Biennale. Come vedete il libro riconosce un grande ruolo alla Biennale, anche se la Thornton scrive che, in generale, l’Italia si configura ancora come un paese piuttosto inospitale dal punto di vista dell’arte contemporanea. Ma… per quale ragione l’arte contemporanea interessa tanto? Secondo la Thornton, per quattro ragioni. Innanzitutto, perché è aumentato il livello medio dell’istruzione e, quindi c’è più interesse per i Beni Culturali più complessi. In secondo luogo, perché il pubblico legge meno, dice la Thornton, ma vede di più. La… la nostra cultura è, soprattutto, una cultura visiva che ci spinge quindi a interessarci di arte, di arte visiva e quindi naturalmente di arte contemporanea. In terzo luogo, perché in epoca di globalizzazione –scrive- l’arte ha il vantaggio di varcare facilmente i confini e, infine, proprio per una ragione che potrebbe sembrare dovesse tenere lontana l’arte contemporanea dall’interesse della maggior parte della gente, cioè il fatto che l’arte è proprio così costosa. Scrive la Thornton, le quotazioni stratosferiche riportate a carattere cubitale sui giornali contribuiscono a diffondere una concezione dell’arte come bene di lusso e come status symbol. E di questo mondo, attraverso questo libro, possiamo dunque conoscere gli ambienti, i protagonisti, i vizi e i riti che consentiranno anche a chi non ne è esperto di capire cosa gira dietro questo enorme Circo Barnum che è l’arte contemporanea. Un libro che ci permette di accostarci a un aspetto particolare dell’arte contemporanea è Arte contemporanea, costo e investimento, una prospettiva europea di Karinne Lisbonne che è una studiosa del rapporto tra economia e arte e Bernard Zürcher, storico dell’arte e gallerista. Il libro è pubblicato da Johan & Levi, 188 pagine, 19 euro, tradotto da Cristina Cavalli. Il tema dell’arte come investimento è un tema tradizionale, ma qui si affronta un rapporto diverso, cioè quello del rapporto tra impresa e arte contemporanea, per rispondere alla domanda per quale ragione alcune imprese si interessino, anche con investimenti milionari, all’arte, all’arte contemporanea in particolare. I due autori considerano il caso europeo, più specificatamente il francese, perché negli Stati Uniti il rapporto tra arte e impresa è ormai tradizionale e, invece, in Europa –e soprattutto in Francia- è un rapporto abbastanza atipico, secondo il libro perché lì lo Stato interviene con maggiore larghezza e il mecenatismo per l’arte contemporanea, tranne alcune eccezioni anche famose e con alcune propaggine anche veneziane, come sapete, resta marginale e relativamente eccentrico.